La leggenda narra di Nathan, detto “Occhio di Falco” un bianco adottato da Chingachgook e da suo figlio Utas (in quanto orfano dei genitori Inglesi), i quali cercando di sfuggire da una guerra che non condividevano si misero in viaggio verso il Connecticut. Durante il viaggio soccorrono una compagnia Inglese da un’imboscata tesa dagli Uroni, una tribù Indiana alleata dei Francesi, salvando la vita delle figlie del Colonnello Inglese Munro e della scorta. Gli Uroni si mettono all’inseguimento del gruppo e riescono a catturare le ragazze. Nathan che nel frattempo si era innamorato di Cora (la primogenita del Colonnello Munro) offre la sua vita per salvare quella della ragazza, mettendo in salvo la sua amata dal pericolo Uroni. Cora dopo pochi giorni scopre di essere incinta di Nathan. Sola e disperata si rifugia in Italia dove concepisce la sua creatura, che in memoria del padre (Occhio di Falco) decide di darle un nome secondo le tradizioni Indiane. Quando l’ostetrica le mise nel palmo della mano quel frugoletto di pochi centimetri la decisione fu immediata: Lo chiamerò l’Ultimo dei MohiNani. Guarda il video e scopri chi è.
Fonte: Roberta Bottari
Da Il Messaggero, 27 maggio 2005
Può la famigerata Banda della Magliana diventare un esempio di democrazia? Di certo, è stata un’organizzazione criminale unica ma, naturalmente, nel suo genere. Molto feroce e molto romana , la banda era anche la sola senza un capo: nell’organizzazione, assolutamente orizzontale, vigevano regole di solidarietà e di mutuo soccorso. Regole che, in realtà, sono saltate dopo un’anno, provocando una carneficina, perché sangue e democrazia difficilmente vanno d’accordo. Le vicende della gang sono raccontate nel film di Daniele Costantini, Fatti della Banda della Magliana , costato appena 500 mila euro (meno della “S” del manifesto di Star Wars ), girato nel carcere romano di Rebibbia e interpretato da attori professionisti e da detenuti. Il film, ispirato allo spettacolo teatrale Chiacchiere e sangue (scritto e diretto sempre da Costantini) è prodotto da Goodtime Enterprise e Istituto Luce (che lo distribuisce nelle sale da domani in 15 copie) e ricostruisce la straordinaria vicenda della Banda della Magliana, che fra il 1977 e i primi anni Novanta dominò Roma, attraverso il traffico di stupefacenti e la connivenza con mafia, politica, terrorismo nero, massoneria e servizi segreti deviati. «La mia - assicura il regista - è una rievocazione tratta dagli atti istruttori della Procura di Roma». Una pagina di storia che ha ispirato anche il giudice Giancarlo Di Cataldo per il suo Romanzo criminale , che Michele Placido porterà al cinema (le riprese sono appena finite). Nel film di Costantini, si vede come la Banda della Magliana fosse implicata in molte delle vicende oscure dell’Italia degli anni Settanta e Novanta. Il pentito racconta dei suoi rapporti con il criminologo Aldo Semerari di Ordine Nuovo e quelli con il Clan dei Marsigliesi; dell’attentato al vicepresidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosone, e di un incontro con Flaminio Piccoli durante il sequestro Moro. Ma su questi aspetti, il film non insiste, anzi, sorvola, si tiene in realtà lontano dai fatti più scottanti della Banda: non fa cenno, per esempio, della possibile partecipazione della gang romana alla strage di Bologna. «Si è trattato - spiega il regista - semplicemente di una scelta obbligata: raccontando una storia in un’ora e 30 minuti di film, a qualcosa si deve rinunciare. Per la strage, comunque, non sono state trovate prove».
Nel cast di Fatti della Banda della Magliana , figurano Francesco Pannofino, Roberto Brunetti, Fabio Grossi e Francesco Dominedò, più venti detenuti con esperienze di teatro vissute nello stesso penitenziario, fra cui Tommaso Capogreco, Mario Contu, Lucio Sinisi e Gianfranco Zuncheddu. Nei panni del giudice, Leo Gullotta. «Quella della gang romana - afferma Costantini - è una storia straordinaria. Come del resto quasi tutte le vite dei gangsters: molto brevi, ma di una bruciante intensità. Mi affascinano quelle esistenze caratterizzate da un frenetico apprendistato, una rapidissima ascesa e un’altrettanto veloce e inevitabile declino». Ma il regista viene interrotto dai detenuti: «Invece è una vita infernale. Chi ci restituirà - dicono - gli anni buttati qui dentro?». «Sono detenuto da 8 anni e mezzo e dovrò scontarne altri sette e mezzo, ma fuori mi piacerebbe fare l’attore. É incredibile che un sogno surreale come quello di recitare, si sia realizzato in un posto come questo», afferma Lucio Sinisi, che interpreta Paolo Urbinati. «Io invece non so se tornerò a calcare le scene, attualmente - sostiene Tommaso Capogreco (nel film è “Operaietto”) - sono in regime di semilibertà, mi mancano 13 mesi. Faccio il barista all’Università e non è poi così male».
L’appuntamento per tutti gli appassionati di motocross freestyle è per il 2 Ottobre allo Stadio Flaminio per la finalissima della Red Bull X-Fighters World Tour 2010 che incoronerà il campione mondiale. Uno spettacolo splendido e raro, 330 luci e 6.500 metri cubi di terra tracceranno un percorso di adrenalina pura attraverso 5 salti da 23 metri (Big Air), 1 salto da 13 mt (Super Kicker) e uno straordinario salto da 35 mt. A sfidarsi nella finale italiana ci saranno innanzitutto i Permanent, qualificati di diritto, Levi Sherwood (NZL), giovane prodigio vincitore delle tappe di Mosca e Londra; il campione in carica Nate Adams (USA) “The Destroyer”; il giovanissimo Dany Torres (SPA); il campione 2008 Mat Rebeaud (CH); 10. “Air Mat”; Robbie Maddison (AUS).
Sonia Alfano = Coraggio, grinta, determinazione, una ventata di aria fresca che spazza via i cattivi odori che stagnano nell'aria inquinata dalle menzogne pronunciate dai nostri politici.
Quello che i cinici non riescono a capire è che il terreno sotto i loro piedi sta sparendo, che dibattiti politici ormai datati in cui ci siamo consumati così a lungo non funzionano più. Parte del discorso di insediamento del Presidente USA Barack Obama.